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Commemorazione di Madre M.Elena Pieri nel 20° anno della nascita al cielo
Carissimi sorelle e fratelli,
Nel giorno dell’anniversario del ritorno alla Casa del Padre della nostra Prima Madre Generale Madre Maria Elena Pieri, i Figli e le Figlie della Madonna del Divino Amore hanno voluto celebrarne la memoria, con una Solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da S.E. Mons. José R. Carballo, Segretario della Congregazione degli Istituti di Vita Consacrate e Società di Vita Apostolica, al Nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore. E’ stato un momento intenso di preghiera al quale ha fatto seguito la processione eucaristica nella Cripta dell’Antico Santuario, la benedizione del sepolcro che accoglierà il corpo di Madre M. Elena, che ora riposa nella Cappella delle FMDA al Cimitero Verano. Tutti i presenti sono stati invitati a fermarsi per un momento artistico-spirituale con brani musicali e canti, eseguiti alla chitarra classica dalla M.° Simonetta Camilletti, docente al Conservatorio “S. Cecilia” di Roma alternati con la lettura di brani, tratti dal libro scritto da P. Ubaldo Terrinoni, sul profilo spirituale di Madre M. Elena, interpretati dall’attrice e danzatrice Francesca Di Franco del Jobel Teatro. Il momento di riflessione si è concluso con l’esecuzione di tre brani mariani eseguiti dal Coro “Mater Divini Amoris” del nostro Santuario, diretto dal M° Don Domenico Parrotta, ofmda, che hanno richiamato il carisma dell’Opera presentando il tema dell’Annunciazione e della chiamata alla santità di tutti i suoi membri con le note finali del “Vergine Immacolata Maria Madre del Divino Amore, fateci santi!”, composto da sr. M. Patrizia Molinaro, fmda.

Dopo aver “nutrito” lo spirito, tutti sono stati invitati a intrattenersi per gustare un bel rinfresco, offerto dalla Casa del Pellegrino, per nutrire anche nostro “fratello corpo”….!

Di seguito il testo dell’omelia di S.E. Mons. Carballo che ci ha offerto per questa bella e importante occasione:

“Il Signore vi dia pace, Giovanni XXIII diceva di se stesso che la preghiera, era il respiro della sua anima, e che l’uomo non è tanto grande come quando sta in ginocchio davanti a Dio, la preghiera, respiro dell’anima, ed ecco che ancora una volta per la terza domenica di seguito, il Vangelo ci parla della preghiera Lui rimane qua attraverso la figura di quell’apostolo che ritorna a ringraziare il Signore dopo essere guarito . Il Signore richiama il dovere della riconoscenza per gli innumerevoli benefici che ogni giorno riceviamo dal Signore. Domenica scorsa con la parola della vedova instancabile nel chiedere, Gesù ci ha esortato a chiedere sempre con incrollabile fiducia, oggi attraverso la parola che abbiamo ascoltato, rivolta ad alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri, Gesù mette a confronto due diversi modi di pregare, cioè due diversi modi di rivolgersi a Dio nella preghiera, insegnandoci il giusto atteggiamento per pregare e stare alla presenza di Dio. Due uomini a confronto, un fariseo cioè un rappresentante di coloro che erano ritenuti i più perfetti3 dei credenti questo cosa fa? Mette davanti a Dio i propri meriti, io non sono come gli altri, non sono ladro, non sono adultero, in fondo in fondo quasi quasi sta paragonando la vita a Dio , io faccio, invece l’altro un pubblicano, vale a dire un esattore delle tasse per conto degli odiati romani, di quel tempo, un uomo che da parte del re Erode era tanto sospettato da essere considerato un peccatore pubblico, al pari delle prostitute, uno di quegli uomini dai quali la gente per bene si teneva accuratamente a distanza, non per4 che più volte ha scandalizzato lasciandosi toccare, lasciandosi avvicinare, dai pubblicani anzi andando a cercarli come nell’episodio che sentiremo domenica prossima, anche cari fratelli e sorelle, Gesù ha sicuramente scandalizzato, appositamente mettendo a confronto un perfetto fariseo secondo i criteri di quel tempo comunque per un pubblicano che non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo dice il Vangelo, perché si riconosceva peccatore e ha risolto il confronto a favore del pubblicano, e non del fariseo che ascoltiamo ancora nel Vangelo che a differenza dell’altro tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato , invece chi si umilia sarà esaltato. In questo contesto il nostro amato Papa Francesco, ha detto non basta più domandarci quanto preghiamo dobbiamo anche chiederci come preghiamo, o meglio come il nostro cuore è pieno di se stesso, tranquilli torneremo a casa come siamo venuti o forse anche un po’ peggio come è capitato al fariseo, è importante continua a dire il Papa esaminare, il cuore per vantarsi 6 insieme i sentimenti ed estirpare arroganza e ipocrisia, ma io mi domando, dice sempre il Papa si può vivere con obbrobrio, con arroganza no, dice lui, si può pregare con ipocrisia dice ancora lui, no soltanto dobbiamo pregare ponendoci davanti a Dio così come siamo, non come il fariseo che pregava con arroganza e ipocrisia. Diverso invece è l’atteggiamento del pubblicano, il pubblicano considerato impuro come abbiamo detto si presenta al Tempio con umiltà e contrizione, “Signore, non ho nulla da offrirti se non il mio peccato, ecco perché sono mendicante della tua misericordia” Questo è l’atteggiamento del pubblicano e questo dovrebbe essere anche per noi. Questo dovrà essere il nostro atteggiamento, come cristiani, come religiosi, come sacerdoti, come vescovi. Cari fratelli e sorelle, oggi come ieri Dio ha debolezza per gli umili non approva chi considera i propri meriti, chi si ritiene a posto perché non è come l’altro, adultero perché magari da un’elemosina, con quegli spiccioli che gli avanzano, o fa u pellegrinaggio, anche al Divino Amore.

Davanti a Dio nessuno ha da vantarsi, perché nessuno che scruti il proprio cuore potrà trovarsi liberato da ogni colpa. Dunque la preghiera è anzitutto vivere in profondità, se non ci conosciamo, non possiamo pregare, perché ci presenteremo davanti a Dio con una realtà che non è la nostra e poi metteremo l’io, l’io, l’io sempre al centro. A me viene in mente quanto accadde nella vita di San Francesco di Assisi di lui si conservano molte preghiere, la prima davanti al crocefisso di San Damiano io, io, io, dammi, dammi, dammi, dopo la vita gli insegnerà e potrò fare un esodo e nell’ultima preghiera che conserviamo di lui dopo le stimmate al monte La Verna si dimentica dell’io e comincia una litania all’infinito: tu, tu, tu, sei, sei, sei, Ecco fratelli lo schema della nostra preghiera dall’io passare a Lui e da Lui certamente scendere al noi. Io, Lui noi e così la preghiera sarà gradita al Signore. Il Vangelo di oggi quindi ci invita a fare della preghiera, come dicevamo all’inizio, il nostro respiro. A volte si sente dire ma a che serve pregare, tanto Dio non ci ascolta. Troppo spesso crediamo che Dio non ascolta le nostre domande, mentre siamo noi che non ascoltiamo le sue risposte. Lui parla sempre , Lui risponde sempre, ma a noi molte volte non ci interessa capire la sua risposta, perché come dice un poeta e un grande cattolico noi domandiamo a Dio quello che ci piace, Dio invece ci dona quello di cui abbiamo bisogno.

A venti anni dalla sua morte oggi facciamo memoria di una donna grande e forte come quelle che canta la Sacra Scrittura, M.M. Elena Pieri la prima superiora generale delle Figlie della Madonna del Divino Amore, Quando la Chiesa di roma riconosce lo statuto di Pia Associazione alla nascente comunità, nata a Roma il 9 agosto 1905 e morta il 27 ottobre 1999 proprio qui al Divino Amore, Elena specializzata nel sostegno dei bambini disabili, impegnata nella Azione Cattolica, conobbe ben presto Don Umberto Terenzi che diventò suo confessore, e al quale seguirà quando Don Umberto fondatore delle Figlie e dei figli Oblati della Madonna del Divino Amore, diventa Rettore del Santuario di Castel di Leva, superate le grandi difficoltà da parte dei suoi familiari che non vedevano con buoni occhi che Elena lasciasse la casa paterna, lasciasse la città di Roma perdesse il lavoro insieme ad altre quattro ragazze in questo luogo abitato dalla presenza di Maria Madre del Divino Amore assicurano una compagnia d’amore a Maria da lungo tanto, tanto abbandonato in questo luogo. Elena è una donna forte, ebbe il coraggio di essere se stessa a prescindere dal ruolo che copriva. Elena è una donna missionaria che anticipa i nostri tempi per questo lei stessa aprirà il primo centro missionario dell’Istituto in Colombia, e poi in Brasile la Chiesa è in uscita, la vita consacrata è in uscita senza troppe paure, senza troppi calcoli anche economici! Elena è una donna di preghiera, proprio sulla preghiera ci lascia scritte alcune caratteristiche, la preghiera dice lei deve essere costante continua, interiore incessante corrente, vissuta e alle sue figlie e oggi a tutti noi ci dice, siate avidi di preghiera il Signore viva nelle vostre anime sempre. Una donna che amò come una vera madre le sue figlie e i suoi confratelli gli Oblati, per i quali vegliava pregava e soffriva proprio come fa una madre per i suoi figli Elena è stata una donna forte veramente mariana ella incarnò per prima il carisma dell’Istituto delle F.M.D.A. “Conoscere e far conoscere, amare e far amare la Santa Madre di Dio ponendo in piena luce il legame che la unisce allo Spirito Santo”. Chissà quante volte contemplarono lei e don Umberto l’icona originale che si conserva nell’antico Santuario. E qui vediamo proprio Maria sulla quale si posa lo S.S.. Ecco fratelli e sorelle il messaggio che oggi accogliamo e spero che lo accolgano soprattutto le sue figlie come eredità di Madre .M. Elena Pieri sentitevi anche voi missionarie membri come dice Papa Francesco di una Chiesa missionaria in uscita. Essere uomini e donne di preghiera, ricordando, sono parole del Papa Francesco, che la lampada della fede richiede di essere alimentata di continuo con l’incontro cuore a cuore con Gesù nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola. Uomini e donne profondamente mariani ricordando quanto ci ha detto il S. Papa Paolo VI “Non si può essere cristiani senza essere mariani” . Madre Elena intercede per le tue figlie F.M.D.A., intercede per gli Oblati, intercede per tutti i suoi devoti, intercede per tutti noi affinché anche noi sperimentiamo sempre l’Amore di Dio, il Divino Amore Fiat Fiat Amen Amen!”
S. E. MONS Josè Rodriguèz CARBALLO, ofm
Segretario della CIVCSVA