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Filippine 10-26 maggio 2012

Appunti del viaggio di: Madre M. Lucia Bonaiti, sr M. Teresa Pancini e sr M. Donatella Fossa

Siamo partite da Fiumicino alle 15,45 del 10 maggio 2012 per la visita alla comunità delle Filippine presente in Cagayan de Oro facendo scalo nel grande e moderno aeroporto di Dubai, ricco di lussuosi negozi e a Manila, dove dato l’orario, passiamo la notte presso le suore della Sacra Famiglia. A prenderci all’aeroporto ci sono sr Carla e la nostra sr Carmen Rosa venute per accoglierci ed accompagnarci fino a Cagayan de Oro, dove siamo giunte alle 9,15 del 12 maggio, qui troviamo sr Martha Patricia, sr M. Josephine, sr Rose Marie e alcune bambine dell’ “House of Joy”. Una breve visita all’ House of Joy e poi ci sistemiamo al convento in Gusa.
Alla sera, partecipiamo alla S. Messa in onore della Vergine di Fatima nell’omonima parrocchia, in ringraziamento anche del buon esito del viaggio e in preparazione alla festa del 13 Maggio. Dopo la celebrazione siamo state invitate anche per una piccola agape fraterna dove non può mancare la “leciona”, ossia il maialino arrostito e numerosi altri piatti tipici. Qui l’ospitalità e la condivisione del tanto o del poco che si ha è naturale, come una unica e grande famiglia.

Domenica 13 maggio con le nostre sorelle, siamo invitate a partecipare alla S. Messa delle professioni religiose di tre giovani che si uniscono alla comunità dei Padri della Divina Provvidenza di s. Giovanni Calabria. Qui incontriamo le suore della Divina Provvidenza, che da poco hanno aperto una casa di formazione per l’Asia, dove sono giunte anche delle giovani novizie dall’India, sono presenti la Madre generale e la formatrice. Anche qui siamo invitate al rinfresco che si è svolto nella casa dei Padri in riva al fiume che straripando, nel dicembre scorso, ha causato la disastrosa alluvione. Questo incontro è stato molto proficuo in quanto ci ha permesso di rinfrancare i nostri rapporti dovuti al vincolo spirituale nato tra Don Calabria e Don Umberto. Uno dei motivi della nostra visita riguardava la conoscenza specifica del progetto di realizzazione della nuova superstrada che collega l’interno dell’isola con la nascente superstrada del lungo mare che unisce i porti.
Tale progetto, nella sua realizzazione, contempla l’esproprio e l’abbattimento della nostra attuale casa “convento” dove risiede la comunità e la scuola. Il 14 maggio siamo andate al dipartimento generale per acquisire le modalità dell’esproprio e conoscere le ultime notizie circa i tempi della realizzazione del progetto. I lavori dovrebbero partire all’inizio del nuovo anno, se arrivano i fondi e quindi anche noi dobbiamo reperire un altro terreno e ricostruire la casa per la comunità e le attività di apostolato. Questo evento, se da una parte porta con sé una nota negativa, (la demolizione della casa, da poco edificata) dall’altra ci aiuta a vivere la precarietà che ogni giorno vive la povera gente, inoltre ci aiuta a ripensare la ricollocazione delle nostre comunità, in quanto si sente la necessità di costituire una comunità stabile che si dedichi all’opera dell’ House of Joy.

L’House of Joy, è una attività ormai consolidata che comincia a dare i suoi primi frutti. Delle prime bambine accolte, oggi alcune di loro sono giovani impegnate nel sostegno della loro famiglia poiché il titolo di studio gli ha consentito di trovare un lavoro e una dignità che nello stato in cui vivevano non avrebbero potuto conseguire.

Attualmente il numero delle bambine e ragazze accolte è di circa 35, altri giovani vengono aiutati da esterni alla struttura, attraverso il sostegno nello studio con fornitura di materiale didattico e il pagamento delle rette delle scuole o università. Tali aiuti sono possibili grazie alle adozioni a distanza. L’attività dell’House of Joy, è un’ attività molto impegnativa perché si fa carico delle situazioni di disagio infantile molto gravi, dovute alla disgregazione famigliare, al sopruso, alla povertà sia morale che materiale. Certamente tale attività vista nella realtà del posto è una goccia in un oceano, ma il Signore ci assicura che non è la quantità, ma è la qualità del nostro sentire nei confronti degli altri che opera le Sue meraviglie. Nel pomeriggio partecipiamo alla processione e alla S. Messa vespertina di S. Isidro, patrono della parrocchia dove operano le nostre sorelle. Il parroco, come consuetudine dopo la celebrazione, invita tutta la comunità all’agape fraterna.

Il giorno seguente, partecipiamo alla Solenne concelebrazione nella festa di S. Isidro patrono della parrocchia. Alla celebrazione molto curata, ha partecipato moltissima gente. Nel pomeriggio la Madre tiene un incontro comunitario con le sorelle che compongono la comunità.

Il nostro viaggio prosegue visitando i vari centri di “evacuazione” dei superstiti dell’alluvione di Dicembre 2011 e di altra povera gente che vive al limite della sopravvivenza e dignità umana. Le nostre sorelle che operano in questa terra di missione sono veramente eroiche, per quanto è possibile con i loro mezzi e le loro persone si spendono senza sosta e senza preoccuparsi di se stesse, ma tutte protese ad alleviare le sofferenze altrui. Spesso neppure si rendono conto dei pericoli in cui incorrono, come quando si sono prodigate a salvare quante più vite potevano nella notte tragica dell’alluvione, a sostenere moralmente il disagio psicologico della povera gente che ha perso tutto anche l’identità, senza documenti senza più nulla, i bambini rimasti orfani, senza più affetti, volti provati, feriti, colpiti da infezioni, ma mai sconvolti sempre sorridenti...
Il 18 maggio partecipiamo a un’altra professione religiosa e all’agape fraterna, di due giovani dell’Istituto dei Padri Marianisti dell’Immacolata Concezione, presso il Santuario della Divina Misericordia.

Il 20 maggio organizziamo una gita, con le bambine dell’House of Joy ad Iligan, anche qui vediamo i disastri causati dallo straripamento del fiume. Visitiamo la cattedrale e ci uniamo ai moltissimi fedeli per la partecipazione alla Santa Messa. Proseguiamo il nostro viaggio verso la cascata della centrale idroelettrica ad Iligan, pranziamo tutte insieme e poi rientrando facciamo una sosta al mare per far divertire, rilassare e rinfrescare le bambine e le suore.
Nei giorni successivi continuiamo la nostra visita ai vari centri e alle suore carmelitane di clausura che hanno ospitato le nostre sorelle nei primi tempi di inizio della Missione in Cagayan de Oro.

I giorni passano in fretta, ci si ambienta nella comunità e nelle realtà che ci coinvolgono e nello stesso tempo ci fanno sentire impotenti di fronte a tanta povertà e si prova profondo dispiacere per il disinteresse della parte politica.
Quando arrivano dei piccoli aiuti come latte in polvere, o i medicinali, i dolci e gli indumenti che abbiamo portato noi, si sente risuonare in sè le parole del vangelo di Giovanni: “Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Preghiamo perché anche oggi per mezzo delle nostre mani e di tante anime generose, il Signore possa compiere il miracolo di sollevare l’indigenza di tanta parte del mondo, ma preghiamo anche per noi perché sappiamo accontentarci di quello che abbiamo e impariamo a condividere e a sentire in noi l’indigenza, la fame, il disagio di chi è meno fortunato di noi.

Ave Maria!